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La Fonte Tecta

  La suggestiva collinetta che oggi è detta di S.Maria delle Grazie era chiamata, nel periodo romano, ‘’Pitillianum’’, successivamente conosciuta con il nome di Pitigliano. In epoca tardo etrusca e romana, la collina, seppur in gran parte boscosa, risultava coltivata ed abitata.

  Fin da quel tempo, ma verosimilmente anche in epoche più remote, ai piedi della collina era praticato il culto delle acque salutari presso la sorgente alla pendice nord del Colle.   La fonte, che nel periodo etrusco romano era probabilmente consacrata ad Apollo, rimase oggetto di culto anche quando tutta la popolazione divenne cristiana.

  Nell’alto medioevo la sorgente veniva chiamata ‘’Fonte Tuta’’ (cioè rassicurante la salute) che una ‘’Passione leggendaria’’ dei Santi Gaudenzio (Nono Vescovo di Arezzo) e Columato (Diacono dello stesso epriodo), pone in relazione con le vicende dei due santi aretini vissuti nel V secolo.

  Più tardi, ancora in epoca medievale, la fonte cambiò nome in  ‘’Fonte Tecta’’, cioè fonte coperta da qualche costruzione.

  Secondo ciò che riporta Monsignor Tafi in una delle sue guide, nel XV secolo le persone si recavano alla Fonte Tecta, non per bere le sue acque, ma per bagnarvisi, credendo che tali acque avessero il potere di guarire, in modo particolare le malattie dei bambini.

  Sul luogo della Fonte Tecta oggi sorgono la Chiesa ed il Convento di S.Maria delle Grazie.

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